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Giorno 12 – Il problema di Nuova Delhi è… Il traffico!

22 ottobre 2013

Ebbene sì, una delle caratteristiche problematiche di Delhi, una delle tante, s’intende e nemmeno una delle più terribili, è il traffico.
Non lo stesso “traffico” di Palermo tanto caro a Johnny Stecchino ma quello fatto di masse incontenibili ed incontrollabili di auto, scooter, moto, camioncini di ogni tipo, autobus, biciclette, tuc tuc e persino cammelli ed elefanti!
Vedere per credere!

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E pensare che a Delhi (e non lo sapevo) c’è una bella e moderna metropolitana che non sarà quella di Londra o di Parigi ma che a giudicare dalla quantità impressionante di persone che salgono e scendono dai treni una sua bella botta al traffico gliela dà, eccome!
Certo, questa è un’immensa metropoli da 12 milioni di abitanti… Da qualche parte dovranno pure essere!

In questi pochi giorni a Delhi, complici molti spostamenti in auto tra cui il viaggio Delhi->Jaipur->Agra->Delhi (quasi 800 Km con scene da fantascienza!) e sui famigerati tuc tuc (le Ape Piaggio trasformate in taxi) ho immaginato quelle che secondo me sono le regole del codice della strada indiano, vediamole:
REGOLA NUMERO UNO DEL CODICE DELLA STRADA INDIANO:
– Non esiste alcun codice della strada indiano
REGOLA NUMERO DUE DEL CODICE DELLA STRADA INDIANO:
– Fare un po’ come vi pare, cercate solamente di non farvi troppo male.

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Qui non si sorpassa mettendo la freccia ma clacsonando [cit.] all’impazzata, ci si infila (strombazzando, ovvio!) in qualsiasi pertugio disponibile e l’impaccamento è così perfetto che non si riesce quasi ad attraversare la strada a piedi nei pressi di un ingorgo, a patto di non camminare sui cofani e sui tetti delle auto.
Il contromano è un’arte che ciascun indiano credo perfezioni dal momento in cui prende la patente; non si passa? Non c’è problema: si prende la corsia di marcia opposta adiacente, strombazzando, ovvio, no??

Attraversare la strada richiede perizia ed esperienza e fortunatamente noi italiani siamo ben equipaggiati da anni ed anni di esperienza in attraversamento selvaggio fatta a casa nostra. Gli americani invece poverini (eccetto i NewYorkesi, maestri del genere) sono sperduti come la rana che doveva attraversare il fiume saltando di tronco in tronco (bisogna essere vecchi come me per ricordarsi questo videogioco!) e se non venissero trascinati dal sottoscritto, probabilmente impiegherebbero delle ore!

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3 commenti
  1. 22 ottobre 2013 10:00 PM

    Io me lo ricordo… frogger! 🙂 Allora stai facendoti la tua dose di opera caritatevole… e intendo aiutare i miei concittadini ad attraversare le strade newdelhiane! Quindi elefanti e cammelli partecipano al traffico… e loro come “clacsonano”?

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    • 23 ottobre 2013 4:12 am

      Guarda, me lo sono chiesto ma vista la mole e la lentezza mi sa che fanno parte della categoria “vado per la mia strada e non rompetemi” 😉

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  2. 24 ottobre 2013 10:21 am

    d’oh! sono vecchio 😦

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