Mi domando come sia possibile
Leggendo questo articolo sul Corriere della sera (articolo che per motivi legali posso citare ma non riprodurre) non solo mi si è raggelato il sangue (come tutte le volte che ho letto storie di violenza) ma mi è presa anche una enorme depressione.
L’articolo riporta la storia di una giovane ventenne, l’ennesima vittima della violenza di un uomo; del suo uomo.
In questa storia la ragazza in questione non solo nega di essere stata percossa mostrando ai fotografi il viso intatto e senza ecchimosi (e ci credo; lo stronzo l’ha presa a calci spappolandole la milza) ma ha dichiarato anche:
“Sto male al pensiero che sia rinchiuso in carcere. Non voglio che Antonio resti ancora lì dentro. Lo so che non si è reso conto di quello che mi ha fatto e voglio tornare con lui».
Aggiunge pure che vorrebbe:
«poterlo incontrare perché sono certa che si è pentito. Vorrei potergli dire da vicino: mi manchi tanto, vorrei tornare a passare le nostre serate assieme sul divano della tavernetta”.
A parte il fatto che sono grato a chi ha introdotto nel nostro codice l’obbligatorietà dell’azione penale per certi reati compreso il tentato omicidio (spero che mai nessun pubblico ministero, magari maschio, abbia l’idea di derubricare l’accusa per il fetente picchiatore ad un più semplice “lesioni personali” che farebbe venire meno l’obbligatorietà) mi domando esterrefatto come possa essere possibile che una persona possa essere talmente soggiogata da un’altra al punto di credere fermamente nell’innocenza e buona volontà del suo carnefice.
Capisco che la mente umana in un soggetto così debole ed indifeso, sottoposto a stress orrendi, possa alterare la percezione della realtà e causare strani effetti, tutto questo è ben spiegato nei manuali di psicologia e non è una sorpresa.
Mi domando però come possa essere possibile che nessun psicologo abbia assistito questa ragazza e le abbia fatto capire che il suo non è amore e che chi l’ha ridotta in quello stato non la ama.
Mi domando come sia possibile che i suoi genitori non l’abbiano protetta, facendo di tutto per non farla tornare nelle braccia di quell’animale che l’aveva già picchiata in passato.
Mi domando come oggi, nel 2013, non siamo ancora arrivati ad un grado di civiltà tale per cui, per un uomo, picchiare la propria ragazza, fidanzata o moglie non sia considerato istintivamente atto riprovevole, meschino, orribile.
Mi domando se al mondo ci siano ancora gli uomini o se siano rimaste solo le bestie.
I commenti sono chiusi.
Alex, cazzo. Hai colto tutti i punti piu’ importanti che definiscono la relazione malata che milioni di donne, in tutto il mondo, hanno con un uomo, sia esso marito, fidanzato o persino padre.
Guarda anche persone che apparentemente avrebbero tutto, “look”, fama soldi rimangono prigioniere in rapporti auto-distruttivi (primo esempio che mi viene in mente, Rihanna), sempre con la speranza che lo stronzo di turno cambiera’, pensando soprattutto che e’ “colpa loro” se la violenza si manifesta.
Purtroppo e’ anche colpa dei genitori che crescono delle figlie che passano la vita a cercare la costante approvazione di un uomo, e dei figli che pensano che le donne siano solo un oggetto per il proprio piacere, da sottomettere e vilificare, per sentirsi quel “dono di dio al mondo” che i loro genitori (soprattutto le madri) li hanno convinti di essere.
Uomini veri ce ne sono ancora… guardati allo specchio! 🙂
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A Napoli, dove sono cresciuta, ricordo i racconti in certi ambienti di periferia, di ragazze picchiate dal proprio fidanzato/marito. Dicevano “mi picchia perchè mi ama troppo”. La gelosia morbosa dei propri partner era quasi motivo di vanto con le amiche. Quando apparentemente miti fidanzati si trasformavano in mariti picchiatori le madri suggerivano alle figlie di star zitte “perchè senno’ poi che pensa la gente”.
Io credo che molte donne si abituano a credere che questo sia l’unico modo di amare possibile. Alcune poi diventano succubi al punto da non discernere più l’accettabile dall’inaccettabile.
Fa rabbia questa storia e fa ancora più rabbia sapere che non è l’unica.
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Me lo chiedo anch’io, come sia possibile. E purtroppo devo dire che Bianca ha ragione.
Bravo Alex, vorrei che al mondo ci fossero più uomini che la pensassero come te. Forse sarebbe l’inizio di un vero cambiamento.
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Pure io mi sono sentita male. Istintivamente ho pensato: “brava la cretina!”. Purtroppo riesco a provare pena per questo tipo di donne, ma non stima. Ne ho conosciuta una, moltissimi anni fa. Un giorno si fece vedere con dei lividi ad un braccio, disse che le era caduto addosso un comodino, lo raccontava ridendo, dandosi della sciocca. Seppi da altri la verita’. Il fetente in questione lei lo “amava”, e lui cortesemente ricambiava facendola nera, e ovviamente mettendole anche le corna, sempre difeso a spada tratta dalla madre. Eppure era una ragazza simpatica, apparentemente normale. Io non lo so cosa scatti nella mente di queste ragazze, mi verrebbe da pensare che non siano molto brillanti. Eppure una mia amica mi raccontava che lo stesso succedeva ad una sua conoscente, donna in gamba, avvocato, che pero’ al suo fidanzato, poi diventato purtroppo suo marito, faceva da stuoino: pensa che per lui, su richiesta, tirava anche lo sciacquone. Peraltro posso testimoniare che lui era un gran coglione, visto che lo conoscevo. Penso che bisogna ripartire dalla scuola, spiegando ai bimbi e alle bimbe che un altro tipo di relazioni esiste ed e’ gratificante. Ovvio che a casa occorra partire dall’educazione delle figlie (che non pensino solo in tonalita’ rosa barbie) e dei figli (che imparino a rispettare le donne, tutte, a cominciare da quelle che hanno in casa). Ma quello e’ un serpente che si morde la coda. Una mamma con bassa autostima probabilmente ha qualche probabilita’ in piu’ di educare figlie barbie o figli energumeni.
Una domanda fuori tema: perche’ scrivi che puoi citare l’articolo ma non riprodurlo?
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Il Corriere persegue molto aggressivamente la riproduzione dei propri contenuti su altri siti e blog.
Basta copiare ed incollare una porzione di un loro testo e ricevi una mail del loro avvocati 😦
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Anche se contestualmente metti il link?! Ma che senso ha? non capisco…
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Neppure io. Sono esagerati
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problema poliedrico. culturale, sociale, religioso.
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mi è partito il post prima di finirlo.
Volevo dire che la faccenda è complicata. Tu ti chiedi perchè la ragazza non è stata assistita, diciamo che dallo psicologo vai dopo aver subito il danno. Ed è importante anche la collocazione geografica e culturale. Se ci sono reti già ben radicate è più facile venirne fuori. Altrimenti è dura.
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Ed infatti il danno la ragazza lo aveva già subito molte volte…
Era stata picchiata in precedenza ed anche ora mi sarei aspettato che, almeno durante la degenza in ospedale, qualcuno avrebbe potuto/dovuto avvicinarla 😦
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Comunque la ragazza ha appena dichiarato che perdona il tipo in questione, ma che non ritornerà con lui. che abbia letto il tuo post? (Lo spero ), ma penso abbia anche influito la decisione del suo avvocato di rinunciare alla difesa.
Per me il perdono comunque è di troppo.
Provo rabbia per le donne che subiscono il fascino di “stronzi che le malmenano”per qualsiasi ragione culturale, sociale, religiosa sia.
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Il “perdono”può anche essere una dichiarazione di facciata a seguito di minacce da parte della famiglia di lui o comunque un modo per sparire tranquilla.
Capisco bene che non è il messaggio che sarebbe necessario dare in questi casi ma… 😦
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no, hai fatto benissimo. Il tuo post mi è piaciuto. Per una volta si ha anche il punto di vista di un uomo sulle violenze alle donne, sono rari gli uomoni che reagiscono
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Sono invece portato a credere che invece gli uomini che rifiutano fermamente qualsiasi violenza di genere e la condannano senza appello siano la stragrande maggioranza ma per motivi di “spettacolo” poi alla fine facciano più “notizia” i quattro coglioni che invece cercano di giustificarla.
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