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Voi siete qui

22 gennaio 2013

Immagine

 

La foto qui sopra è stata scattata nel 1990 dalla sonda Voyager1 (niente a che fare con Giacobbo per fortuna!) e mostra la Terra come appare da sei miliardi di chilometri di distanza (la sonda attualmente si trova a diciotto miliardi di chilometri da noi ed è uscita abbondantemente dai confini del nostro sistema solare).

L’astronomo e scrittore Carl Sagan,  ha scritto un bellissimo testo mentre guardava questa foto:

 

 

Da questo lontano punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi.

Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e cercatore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni “superstar”, ogni “comandante supremo”, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica.

Pensate alle crudeltà senza fine inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo. Quanto frequenti le incomprensioni, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto fervente il loro odio. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un puntino.

Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l’illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell’Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granello solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c’è alcuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.

La Terra è l’unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c’è altro posto, perlomeno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Colonizzare, non ancora.

Che ci piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l’astronomia è un’esperienza che suscita umiltà e forma il carattere. Non c’è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo.

Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l’uno dell’altro e di preservare e proteggere l’unica casa che abbiamo mai conosciuto. Questo pallido puntino azzurro.

– Carl Sagan, 1934-1996

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26 commenti
  1. 22 gennaio 2013 10:58 am

    bellissimo

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  2. 22 gennaio 2013 11:12 am

    Fa pensare.

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    • 22 gennaio 2013 11:15 am

      Molto!

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      • 22 gennaio 2013 11:26 am

        Mi sono permesso di spedire questo post a un po’ di miei colleghi, esortandoli a farlo leggere agli innumerevoli “amministratori delegati” che incontrano durante la giornata.

        Gli “amministratori delegati” sono quegli impiegati fermamente convinti che l’azienda, senza la loro presenza, non possa assolutamente andare avanti (e te lo fanno pure pesare). 😉

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      • 22 gennaio 2013 12:14 PM

        🙂

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  3. 22 gennaio 2013 11:24 am

    foto e parole che ci rimettono nella giusta prospettiva! mi ricorda una frase letta o sentita parecchi anni (non riesco a ricordare assolutamente dove!), che parafrasava un po’ il concetto, ma era abbastanza efficace. Più o meno diceva così: “ognuno dovrebbe poter salire su uno shuttle, guardare il mondo dall’alto e pensare “non sono poi così importante”. faccio fatica a credere che l’uomo sia stato sulla luna per tornare stronzo come prima”
    magari è meno poetico, ma il concetto c’è 😉

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    • 22 gennaio 2013 12:13 PM

      Il problema è che solo 12 umani (tra l’altro eccezionali) sono stati sulla Luna…
      I restanti 6-7 miliardi sono rimasti sulla Terra!

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    • 22 gennaio 2013 6:31 PM

      qualcosa del genere è anche attribuito a gagarin, e ripreso nel finale di goodbye lenin..
      (ok, a me la guerra fredda ha lasciato qualche strascico 😉 )

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  4. 22 gennaio 2013 12:02 PM

    è semplicemente un passo meraviglioso… grazie! 🙂

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  5. angelina66 permalink
    22 gennaio 2013 3:10 PM

    Bellissimo, grazie 🙂

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  6. 22 gennaio 2013 6:30 PM

    applausi a te e a carl sagan..

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    • 22 gennaio 2013 6:32 PM

      ma la cosa che mi emoziona di più è pensare a quanto è lontano il voyager.. il primo artefatto umano ad uscire dal sistema solare…

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  7. 22 gennaio 2013 6:33 PM

    Concordo pienamente con goldie, queste sono “parole che ci rimettono nella giusta prospettiva”

    Non conoscevo questo testo. Grazie per averlo condiviso.

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  8. 23 gennaio 2013 1:04 PM

    Ciao Alex, che bello grazie!
    Mi è piaciuto soprattutto quando dice: “È stato detto che l’astronomia è un’esperienza che suscita umiltà e forma il carattere.” , non avevo mai pensato all’astronomia in questo senso, a come i lavori o le passioni influiscano anche sulle nostre prospettive.

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    • 23 gennaio 2013 2:33 PM

      Prego.
      Certo, non tutti i mestieri sono capaci di suscitare tali riflessioni ma pensandoci bene …

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  9. 23 gennaio 2013 1:49 PM

    della serie inutile prendersela per qualsiasi cosa…siamo ineluttabilmente microscopici nell’universo…

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    • 23 gennaio 2013 2:30 PM

      Più che altro la leggerei come: “non prendiamoci troppo sul serio” ed anche come: “siamo tutti sulla stessa piccolissima fragile scialuppa, vediamo di non fare cazzate!”

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  10. 25 gennaio 2013 3:45 PM

    Com’è piccola e fragile. E la stiamo devastando.

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