E’ pericoloso avere vent’anni e non sentire appartenenza.
Prima pensavo di andarmene, ed invece ora ho deciso di restare.
Perchè preferisco la fame al rinunciare di essere Italiano, con la I maiuscola.
Perchè per fortuna, lo sono.
Il problema non è rinunciare a “essere” Italiano, il problema è il non sentirsi in sintonia con il resto dei tuoi connazionali a tal punto da non riconoscerli appunto come connazionali.
Non è un problema solo di stipendio e riconoscimento del merito (che sono pure ovviamente importantissimi) è una questione di disagio intellettuale.
Io non vorrei avere nulla a che spartire con chi considera “normali ed insignificanti”, addirittura lecite e legittime certe azioni.
Comunque allora, secondo la tua teoria, in maniera spicciola non siamo noi a non sentirci Italiani, ma sono gli altri a non esserlo più, tanto da non farsi riconoscere come tali?
Quasi, non proprio.
Non mi sento Italiano pur volendolo essere con tutto me stesso non perché non voglia sentirmi tale o non abbia a cuore questa terra, mi ci hanno moralmente buttato fuori loro, gli altri che ammirano B. ed i suoi metodi spregiudicati nel condurre gli affari, condividono il suo disprezzo per chi non la pensa come lui, il suo sostanziale disinteresse ed irrispettosità verso le istituzioni democratiche, tollerano se non approvano addirittura la sua connivenza con la mafia, sono ammiratori ed allo stesso tempo invidiosi dei suoi bunga-bunga, etc etc.
E poi, anche andando via dall’Italia, potremmo mai non sentirci Italiani? Quando sono all’estero, per brevi o anche lunghi periodi ho sempre un moto di affetto per questa terra; non mi abbandona mai, anzi è proprio mentre siamo all’estero e vediamo “come dovrebbero essere le cose” e finalmente siamo in grado di percepire il ridicolo in cui il paese è precipitato, che l’amarezza raggiunge profondità incredibili.
auguri Italia.
(io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono)
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Eh…
il signor G. la sapeva lunga…
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La mia e’ ancora piegata, nel cassetto. Appena cade il telenano la metto fuori… (quando cade)
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Se cade… Sigh! 😦
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quoto angelina.. ma sono pessimista..
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Pure io Fabio, pure io…
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Alleluia, sei tornato a scrivere! 😉
Auguri Italia!! Tutto sommato, è ancora unita….
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Sì, ma per quanto ancora?
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Mi sento sempre più G.G.
E’ pericoloso avere vent’anni e non sentire appartenenza.
Prima pensavo di andarmene, ed invece ora ho deciso di restare.
Perchè preferisco la fame al rinunciare di essere Italiano, con la I maiuscola.
Perchè per fortuna, lo sono.
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Il problema non è rinunciare a “essere” Italiano, il problema è il non sentirsi in sintonia con il resto dei tuoi connazionali a tal punto da non riconoscerli appunto come connazionali.
Non è un problema solo di stipendio e riconoscimento del merito (che sono pure ovviamente importantissimi) è una questione di disagio intellettuale.
Io non vorrei avere nulla a che spartire con chi considera “normali ed insignificanti”, addirittura lecite e legittime certe azioni.
Benvenut* comunque!
—Alex
PS = vent’anni! Averceli ancora!
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BenvenutO, grazie 🙂
Comunque allora, secondo la tua teoria, in maniera spicciola non siamo noi a non sentirci Italiani, ma sono gli altri a non esserlo più, tanto da non farsi riconoscere come tali?
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Quasi, non proprio.
Non mi sento Italiano pur volendolo essere con tutto me stesso non perché non voglia sentirmi tale o non abbia a cuore questa terra, mi ci hanno moralmente buttato fuori loro, gli altri che ammirano B. ed i suoi metodi spregiudicati nel condurre gli affari, condividono il suo disprezzo per chi non la pensa come lui, il suo sostanziale disinteresse ed irrispettosità verso le istituzioni democratiche, tollerano se non approvano addirittura la sua connivenza con la mafia, sono ammiratori ed allo stesso tempo invidiosi dei suoi bunga-bunga, etc etc.
E poi, anche andando via dall’Italia, potremmo mai non sentirci Italiani? Quando sono all’estero, per brevi o anche lunghi periodi ho sempre un moto di affetto per questa terra; non mi abbandona mai, anzi è proprio mentre siamo all’estero e vediamo “come dovrebbero essere le cose” e finalmente siamo in grado di percepire il ridicolo in cui il paese è precipitato, che l’amarezza raggiunge profondità incredibili.
—Alex
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Non potrei essere più d’accordo, in effetti.
mi resta solo un “bah” mormorato tra i denti.
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