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(quasi) come a casa

20 settembre 2009

Sono in aeroporto a Madrid, devo aspettare ancora un paio d’ore ma finalmente mi hanno risolto il problema con la connessione quindi posso dare sfogo al grafomane che è in me 😉

Credo possa essere il momento giusto per raccontare qualcosa di più di questo viaggio, le foto invece le posto più tardi, appena mi sarò ripreso 😉

Sicuramente è stato pieno di aspettative, non tanto per il lavoro, visto che poi sapevo esattamente cosa mi aspettava ma soprattutto perché era per me un paese completamente nuovo ed anche perché avrei avuto l’occasione d’incontrare Gao.

Come ho già detto questa cosa degli incontri “dal vivo” con gli altri amici blogger mi piace e credo che chi ha accettato d’incontrarmi la pensi esattamente come me.

Ma voglio scrivere di più sull’isola; ovviamente non ho potuto fare il turista e quindi ho potuto vedere solo San Juan e pochi dintorni. Però mi è bastato per lasciarci un pezzettino di cuore, credetemi.

La natura è bellissima e (per me) strana, ed a parte la notevole umidità non mi sono mai sentito a disagio (e comunque dappertutto anche loro sono “americanizzati” e tengono l’aria condizionata a -20 gradi sottozero dappertutto! In camera io la mettevo ad un livello umano, 24°C e me la ritrovavo puntualmente a 17!!!).

La gente del posto merita una menzione particolare. I Portoricani sono tutti diversi fisicamente, ce ne sono di neri come la pece, bianchissimi, dai tratti sudamericani o più Indios ma tutti ugualmente Portoricani. Per loro il concetto di fretta non esiste ed il tempo (e gli orari) sono per loro una cosa relativa. Che spettacolo!

Sulle prime, specialmente sul lavoro, la cosa irrita un poco, poi però l’ambiente prende il sopravvento ed inizi a goderti un ritmo diverso. Sicuramente migliore. Mi sono reso conto di non riuscire ad immaginare il motivo per il quale battaglioni di italiani vanno a fare le vacanze nella vicina Repubblica Dominicana invece che a Purto Rico dove troverebbero pure un cambio favorevolissimo… Addirittura tanti italiani non sanno nemmeno dove sia “La Isla del Encanto” (come sta scritto sulle targhe delle auto). Mistero.

E l’isola incanta davvero! La gente è di una cordialità ed ospitalità esagerata. I miei colleghi hanno fatto a gara per invitarmi a cena o anche solo per offrirmi un caffè. Ma non solo i colleghi, anche la gente comune che incontri per la stra è gentile, cordiale e si fa in 4 per aiutarti, per esempio quando nel mio spagnolo inventato da film (sembravo Totó a Milano) chiedevo qualche indicazione oppure entravo in un negozio per acquistare qualcosa; insomma mi sono veramente sentito come a casa, cosa che in altri posti non succede certo; provate a fingervi stranieri e chiedere un’informazione in inglese a Roma o Firenze per credere.

Credo che avrò ancora molto da raccontare, sulle coquí, sui tassisti e sugli onnipresenti italiani oltre ovviamente al racconto degli incontri con Gao.

Adesso vado a controllare il tabellone degli imbarchi, speriamo di  non trovarci una brutta sorpresa!

8 commenti
  1. 20 settembre 2009 6:50 PM

    “onnipresenti italiani” ovunque nel mondo lasciamo un segno di noi, speriamo il più delle volte positivo! 🙂

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  2. 21 settembre 2009 7:40 am

    che voglia mi hai fatto venire!!

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  3. 21 settembre 2009 6:14 PM

    … ho un paio di amiche portoricane che sono gentili/generose/accoglienti…

    Aspettiamo le foto….

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  4. 22 settembre 2009 12:05 am

    Agriturismo: benvenut*! Beh sul positivo non sarei proprio d’accordo al 100%, ci saranno, come sempre, i buoni ed i cattivi.

    Nelsoncocker: e tu parti, che aspetti?

    Moky: arriveranno, tranquilla! 🙂

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  5. valeriascrive permalink
    23 settembre 2009 8:37 am

    a questo punto ci sono rimaste solo le foto.
    vogliamo le foto.

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  6. 23 settembre 2009 12:35 PM

    FO-TO! FO-TO! 😀

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  7. 23 settembre 2009 7:30 PM

    Mi piace il ritmo lento di certe culture. Ma rispetto agli USA, anche gli italiani hanno un’idea migliore di come si debba vivere la vita (pausa pranzo, domenica tutto chiuso…anyone?:)))

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I commenti sono chiusi.