Lo specchio dell’umanità – parte quinta
La riapertura del ristorante dopo la (troppo lunga!) chiusura estiva ha portato alla ribalta un paio di personaggi che non pensavo di rivedere.
Ragazzatriste viene quasi sicuramente dall’Est Europa, ci scommetterei i gioielli di famiglia. Non la vedevo da almeno un anno ed eccola di nuovo qui, davanti a me. Altissima, biondissima, magrissima, zigomi sporgenti e mascella quadra, praticamente uno stereotipo. In realtà io avevo notato per primo il marito: chi mai andrebbe in giro su un Mercedes classe S con jeans tagliati al ginocchio, canottiera a costine da camionista e ciabattine infradito? Lui appunto; portandosi dietro, praticamente come al guinzaglio, Ragazzatriste fasciata in un bel tailleur di Luisa Spagnoli color sabbia: la bella e la bestia, per intendersi. La cosa che mi ha colpito di più però è il suo esibire la moglie come un trofeo, come un’accessorio; al pari del Rolex diamatato che porta al polso. E lei umile al suo seguito con appunto un’espressione perennemente triste e gli occhi cerulei sempre bassi. Nella mia mente mi sono figurato la sua possibile storia: lui un puttaniere figlio di papà in “gita” nell’Est Europa per accudire agli affari (forse una fabbrichetta) del babbo; in realtà è li per scopare a più non posso, lei in cerca di un occidentale con cui tentare di sfuggire alla miseria. Tesoro, forse valeva la pena seguire quello zotico del tuo attuale marito dal tuo paese fino a qui; ma la tua perenne tristezza mi ferisce. Molto.
Quando l’ho vista non credevo ai miei occhi. L’avevo notata prima, certo; ma non mi aveva di sicuro colpito più di tanto: capelli con pettinatura e colore incerti, viso non bello, un po’ squallido. Gambe corte, tozze e culo decisamente grosso e basso. Una Papera. L’avevo anche sentita parlare con uno dei proprietari del ristorante: una voce da papera appunto condita da un interloquire a livello “3a media”. L’altro giorno, il mio collega durante il pranzo mi dà di gomito e mi dice sottovoce: “bada li che passerona spaziale!”. Non mi aspettavo certo di riconoscere (a malapena) la Papera. Capelli lisci, lunghi, di un bel color mogano, Viso curato, abbronzatura bella ma non eccessiva, occhi luminosissimi. Non ci giurerei che l’avesse così anche prima ma su quel bel viso dolce c’era anche un delicato nasino alla francese. Via i chili di troppo; indossava jeans bianchi molto attillati e zoccoletti di legno con tacco altissimo. Sembrava avere gambe chilometriche. Ma quello che mi ha colpito, più che l’aspetto fisico (notevole, per carità) era il cambio di espressione e di atteggiamento. Non più Papera, da oggi sarà la Miracolata. Adesso la ex-Papera sembrava sicura di sè e si vedeva chiaramente da come stava li in piedi dondolando le (adesso) bellissime gambe sui tacchi alti con fare molto, ma molto sexy. Che sarà mai successo? Chi o cosa è stato l’artefice di cotanto cambiamento? Non mi interessa, davvero; però ho raccontato questa storia perchè vorrei lanciare un messaggio a tutte quelle che si sentono inadeguate, brutte, grasse, indesiderate e così via e che si lasciano andare, si trascurano e si nascondono. Dentro ciascun essere umano (anche i maschietti, beneinteso!) si nasconde un bel cigno, basta avere la volontà e crederci ed il cigno salterà fuori.
I commenti sono chiusi.
ale ho pigiato qualcosa mentre stavo lasciando un commento che diceva PIANO TIGRE se non passi dal via…
che è? oppure ho preso inconsapevolmente droghe?
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Ali: no, non ti preoccupare! E’ una pagina che appare quando clicchi su un collegamento che non porta ad alcuna pagina. Niente droghe, tranquilla!
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mi è moltopiaciuto ale questo pezzo…
mi è capitato di sentirmi/essere la papera…
parlo di un periodo molto triste : F. era praticamente sempre fuori x lavoro … dopo è sparito anche il praticamente : F. era fuori per lavoro.
mi sono sentita lasciata sola, abbandonata.. una tappezzeria di una casa che non era casa ma 4 mura.
(che periodi pericolosi che sono) poi… qualcuno ha visto qualcosa nascosto sotto quei vestiti troppo larghi, quella frangia troppo lunga…
..- mi è servito per svegliarmi , in tempo, da sonno molto pericoloso.
… ora sono ricordi.
molto vera la tua conclusione, a volte difficile , ma vera
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Alex, hai toccato un tasto dolente, credo, per molte donne. Io continuo a dirlo che arriviamo tutte ad un punto dove della perfezione fisica non ce ne fa piu’ un baffo. E non e’ perche’ dobbiamo essere papere, oppure “butch”, baffute e rivoltanti, no, anzi: io metto le mie cremine antirughe, faccio un po’ di esercizio, metto un po’ di make-up qui e la’… ma lo faccio perche’ poi quando mi guardo e mi sento, mi piaccio di piu’… e lo si capisce anche dal di fuori. Perche’ la bellezza, la “passeraggine” nasce dal di dentro… non e’ uno stereotipo o una frasettina da bacio perugina. Poi tracima e la vedono anche gli altri, la percepiscono. Anche chi e’ nata strafiga (e penso spesso a mia sorella) non si vede cosi’ e agogna a diventare diversa. Ok, ora basta, vado a bermi un bel tazzone di tea, e scappo dal parrucchiere che con ‘sti capelli bianchie sembro la nonna della papera!! 🙂
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Sempre bellissime le tue descrizioni dei personaggi…per nn parlare delle tue teorie!!
Ora, però, spiegami questa: com’è che quando mi metto “in tiro” mi sento imbranatissima? Nn l’ho mai capita sta cosa…. 😦
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Se la Miracolata pero’ apre bocca, ecco che riconosci la Papera! Quack!:DDD
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Ali: son contento che il periodo brutto ti sia passato. È vero il passaggio non è un passaggio facile ma non impossibile. Magari occorre anche che qualcuno ti esprima fiducia e ti aiuti a credere in te stesso/a.
Moky: son d’accordo, la vera bellezza nasce sempre dal di dentro. Buon the!
Rurinedda: forse perchè quando ti metti “in tiro” non lo fai per te ma per gli altri?
Regina: non l’ho sentita aprire bocca, ancora… Ma perchè sciupare questa bella magia? 😉
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Dici che basta un paio di jeans bianchi attillati e trampoli ai piedi per trasformarsi in miracolata?
Mah!
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Cmq, buongiorno caro. Buona giornata a te!
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Burberry: buongiono anche a te! No.. leggi bene. Il “miracolo” non è solo l’aspetto fisico, è il cambio di atteggiamento e di mentalità che traspare anche nell’abbigliamento e nella cura della persona… E’ il prendere fiducia in sè stessi che tira fuori il cigno che c’è in ciascun essere umano.
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Tante volte si cambia per vivere o quando se ne sente il bisogno, giustamente, il cambiamento dev’ essere mentale e non solo di vestiti o scarpe.
Da quello che siamo non possiamo fuggire.
Ciao. massimo.
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Alex, appena hai scritto che la ragazza era triste e straniera, ho pensato che le mancasse il suo paese.
Ho passato i primi 9, 10 mesi qui a stare triste anche io e mi pesava fare tutto. Altro che papera. Peggio, molto peggio.
Poi ho trovato qualcosa che mi piaceva fare, ho scoperto nuovi stimoli e sono uscita dalla fase Papera, probabilmente non son un cigno (sigh), ma sto bene e non sono piu’ triste e mi piace curarmi e anche quando la vita si complica, so che non tornero’ mai piu’ a quella condizione mentale (e poi pure fisica ovviamente).
Mi piace pensare che a lei sia successo lo stesso.
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E’ quello che penso e dico sempre ai miei alunni… 🙂
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Massimo: no, non possiamo fuggire da quello che siamo, anzi bisogna tirarlo fuori!
Valeria: invece sono sicuro che sei un bel cigno. Può essere che le manchi il suo paese, certo. Se poi ci mettiamo anche la tristezza per un marito del genere…
Fabioletterario: santo subito! 😉
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