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Viva la Repubblica Italiana!

2 giugno 2008

Art. 1.

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Sono sconcertato, eppure non dovrei esserlo perchè il risultato del sondaggio condotto da Mannheimer, alla luce degli ultimi avvenimenti dovrebbe risultare scontato: un Italiano su tre non conosce il perchè si festeggi il 2 Giugno. La cosa più interessante (o deludente, dipende dai punti di vista) è che la stragrande maggioranza degli “ignoranti” si deve ricercare tra i giovani che hanno meno di 24 anni.

Ci credo che al giorno d’oggi il rispetto per la nostra nazione e per gli altri cittadini sia praticamente scomparso dalle nostre città; non sappiamo chi siamo e da dove veniamo.

Un’altra cosa che mi colpisce è che, sempre secondo questo sondaggio, non siamo per niente fieri di essere Italiani. In risposta alla domanda su quale identità preferiscono, solo il 45% dichiara di “sentirsi Italiano”, molti preferiscono legarsi al comune di residenza, alla propria regione oppure all’Europa.

Orbene (bello, ho sempre sognato di dirlo!) se sentirsi Europei non è che sia negativo, mi viene da pensare che prima di professarci Europei dovremmo sentirci pienamente Italiani, solo così infatti potremo realizzare quella visione condivisa dai primi firmatari del trattato di Roma (mi piacerebbe sapere quanti sanno che l’Europa unita fu “fondata” proprio qui da noi…) che vedeva appunto l’Europa come “unione delle diversità” un soggetto politico e culturale che non avrebbe potuto realizzarsi appieno se non con l’apporto di tutte le diversità politiche e culturali degli stati membri. E come potremmo farlo in completezza se non portando il meglio delle nostre peculiarità nazionali?

Ovviamente non potevano mancare i piccoli vetero-leghisti che non vedono al di là del proprio orticello e considerano il proprio insignificante paesucolo come il centro del mondo… Che tristezza! Mi domando quanti di essi avranno effettivamente messo il naso fuori dai propri confini comunali o regionali; quanti di loro sono stati veramente all’estero (non in un villaggio vacanze plastificato e preconfezionato). Ma lo sanno che c’è un mondo intero là fuori?

È vero, a volte c’è di che vergognarsi: ci sono Italiani che spesso si comportano (in patria ed all’estero) da cafoni e buzzurri facendoci vergognare di brutto; lo confesso, l’ho fatto anche io il gesto (mentre ero in fila ad un controllo di sicurezza all’aeroporto JFK di NewYork) di nascondere il nastrino tricolore che ho attaccato alla maniglia del trolley per non palesare la mia connazionalità con una coppia di cafoni che stava scandalizzando tutto il terminal. Per non parlare delle figure barbine collezionate dal nostro attuale governo durante la precedente legislatura (ero a Strasburgo il giorno in cui, parlando al Parlamento Europeo, il nostro diede del nazista ad un deputato tedesco).

Ma almeno oggi sventoliamo orgogliosi il tricolore, non perchè abbiamo vinto una partita di calcio ma perchè, almeno oggi sentiamoci Italiani, sentiamoci fieri di quanto di buono possiamo portare all’Europa ed al Mondo. Dimentichiamoci (ma solo per oggi, eh!) della monnezza, dei razzisti, dei bulli, dei ladri e di tutti i furbetti di tutti i quartierini. Urliamolo forte: siamo il paese del Rinascimento, di Galileo e di Leonardo. Di Raffaello, di Michelangelo, di Verdi e di Puccini. Se abbiamo fatto tutto questo nel passato non c’è motivo per dubitare che anche oggi queste genialità siano ancora presenti nel nostro DNA.

Facciamo in modo che il nostro DNA buono abbia il sopravvento su questi virus infestanti. Riprendiamoci il nostro paese!

Urliamolo forte che questo non è solo il paese del nano, di tangentopoli, delle veline, dei tronisti, non è solo il paese della spazzatura. Riappropriamoci del bello e del buono che l’Italia ed i suoi abitanti possono esprimere e facciamolo risaltare di più di tutto il marciume che purtroppo sembra farla da padrone.

W L’ITALIA,  EVVIVA GLI ITALIANI (solo quelli onesti però)

11 commenti
  1. 2 giugno 2008 7:05 am

    Gran bel post! Buon 2 giugno anche a te!

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  2. 2 giugno 2008 9:00 am

    Il 25 Aprile,
    il 1 Maggio,
    il 2 Giugno
    sono diventati per gli Italiani dei giorni di ponte e basta.
    L’occasione per un viaggetto pre estivo a Riccione.
    E’ una questione di educazione.
    Totò, che ha 6 anni, ha assistito a 6 celebrazioni del 25 Aprile.
    E oggi sarà in piazza con me per ricordare il 2 Giugno, che oltretutto è l’anniversario del suffragio universale in Italia.
    Quest’anno ho chiesto io alla maestra, che minimamente ci aveva pensato, di spiegare ai bambini perchè non vanno a scuola il 25 aprile…

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  3. 2 giugno 2008 3:58 PM

    Simo: grazie, buon 2 giugno anche a te. Immagino la festa da te al consolato…

    Peperita: tristemente vero, ai ragazzini a scuola non viene minimamente spiegato una beneamata ceppa degli argomenti di quella che una volta veniva chiamata “educazione civica”… Ho appena chiesto a mia nipote che è in seconda media (via MSN… i tempi che cambiano!) se a lei avessero mai spiegato il significato di queste feste in tutti i suoi 8 anni di scuola… Stessa cosa che per il tuo Totò… Niente. Meno male che lei ha me come zio 😉 Gli ho fatto una “capa tanta”…
    Ho il cervello in pappa… Stanotte quando ho scritto il post non mi ricordavo che fosse anche l’anniversario del suffragio universale, ma mi è tornato in mente parlandone stamani con mia madre… Una ragione in più per festeggiare.
    —Alex

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  4. 2 giugno 2008 8:04 PM

    Io lo ricordo volentieri che sono italiana e ricordo con nostalgia la mia patria. Soprattutto oggi che e’ il suo compleanno! Grazie del post.

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  5. 2 giugno 2008 9:21 PM

    Grazie anche da parte mia, Alex! Bel post e condivido tutto!
    Anche io ne ho fatte di esperienze atroci viaggiando e al momento mi “nascondo” dietro il fatto che comunico in inglese con pargoli e marito e al fatto che , per i non madrelingua, il mio inglese e’ privo di accento…

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  6. dancin' fool permalink
    2 giugno 2008 9:44 PM

    a volte è difficile sentirsi orgogliosi di essere “italiani”. brutto anche “vergognarsene” un po’, come no.
    mah.

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  7. 3 giugno 2008 4:09 am

    Alex, per una volta non sono d’accordo con te e so che la mia posizione non è molto popolare: io non mi sento particolarmente fiero di essere italiano, non più di quanto non lo sia di essere europeo o “essere umano”.
    Sento più vicini i valori universali che quelli locali. Bandiere e inni nazionali affermano differenze: io son nato qua e tu sei nato là. E allora? Se c’è un senso in questo, forse non l’ho capito ..

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  8. 3 giugno 2008 6:39 am

    sventolo anche io!

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  9. 3 giugno 2008 10:19 am

    Daniele: ogni opinione è sempre rispettabile e francamente l’idea che tutti siano sempre e comunque d’accordo con me mi inquieterebbe non poco. Giusto per risponderti però volevo aggiungere che la chiave del tutto è essere uniti nella diversità.
    Questa frase, che sembra un ossimoro, è in realtà la chiave per capire il mio post. Non c’è niente di male a dire “io sono Italiano” oppure “io sono Americano” (anche se loro ti direbbero che vengono dall’Indiana piuttosto che dal Montana). Ciascuno poi contribuisce all’umanità con le sue peculiarità; la diversità (culturale come biologica) è una risorsa. Anche in fisica il disordine crea energia.
    L’errore (molto comune nel secoli scorsi) in cui dovremmo evitare di cadere è quello di dire “io sono meglio di te perchè io son Italiano e tu solo un povero Americano”, i biechi nazionalismi hanno prodotto in passato guerre e sfaceli e secondo me è per questo che oggi esiste una corrente di pensiero che tendeva ad appiattire o demonizzare il senso di appartenenza nazionale (senza contare che ancora oggi ci sono gruppi che predicano il nazionalismo come superiorità della propria nazione o regione sulle altre).

    Bellissima (sulla carta) l’universalizzazione delle culture nel nome del “siamo tutti esseri umani” ma francamente non vorrei un mondo omologato dove tutti sono piattamente uguali a tutti. Io voglio imparare tutto da tutti ed arricchirmi in questo modo ma voglio anche rimanere me stesso.

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  10. Manuel permalink
    3 giugno 2008 4:32 PM

    Ciao,
    non voglio occupare ulteriormente il blog di Lucia per la nostra querelle…
    approfitto di questo tuo post per porti, in modo pacato e rispettoso, la mia posizione.
    L’orgoglio nazionale è una bufala ad uso dei “potenti”. Nel nome dell’Italia sono state massacrate innumerevoli persone, il nome Italia viene sempre accomunato a fatti e atti di secoli fa (rinascimento, Galileo, Volta eccetera) perché è da molto tempo che in questo paese non si fa nulla di nuovo di cui essere orgogliosi. Vi sono posti nel mondo dove la parola Italia porta brutti ricordi, altri dove invece porta belle immagini, in altri scherno.
    Un cittadino USA è orgoglioso della sua “democrazia”. Eppure vi sono milioni di cittadini di altri paesi che di questa democrazia hanno visto solo i frutti esplosivi lanciati dai B-52… lo stesso si potrebbe dire dell’italia.
    Io sono legato al presente e il presente d’Italia non è dei migliori. Certo, se quando sono all’estero uno mi avvicina dicendomi “Ah! Italiano, mafia, pizza e Berlusconi” io gli spiego pacatamente che l’italia non è solo questo, è ANCHE questo. Io sono triestino, la pizza, la mafia e berlusconi ce l’hanno portato le truppe di Diaz, assieme al fascismo, alle leggi razziali, allo smantellamento del porto, le varie pulizie etniche reciproche (qui hanno cominciato gl’italiani, negando la lingua e la cultura a sloveni e croati).
    Quando ho visto torme di italiani fare un casino pazzesco per le vie di Ragusa/Dubrovnik, urlando cori da stadio e facendosi sentire da tutti mi sono sentito una merda. Anni e anni di retorica nazionale (qui a Trieste l’insegnamento retorico è particolarmente sentito… residui dell’italianizzazione forzata del ventennio) per poi essere concittadini di simili buzzurri?
    OVUNQUE nel mondo mi è capitato di riconoscere gl’italiani per il loro atteggiamento strafottente, gallistico, irrispettoso, caciarone. In Olanda come in Germania, in Croazia come in Oman.
    Perché devo lottare per questa gente? Perché devo rompermi le scatole nel nome di un popolo che non sa riconoscersi in sé stesso se non durante una partita di calcio (dando spesso il peggio di sé)? Perché c’è comunque qualcuno per cui vale la pena, qualcuno che crede nella solidarietà e nella dignità? Io non so come mai, ma se il Canton Ticino non ha ancora chiesto l’annessione alla “madrepatria” un motivo ci sarà.
    No, non sono codardo, ho affrontato a viso aperto situazioni veramente pericolose, a Trieste, a Genova, durante il mio servizio VOLONTARIO in Marina, sul lavoro e per strada. Ora mi sono rotto, punto!
    Mi avete annoiato! Accetto le conseguenze del mio rifiuto di una bandiera falsa, voi andate pure verso il precipizio, io resto qui e aspetto il momento in cui vi sveglierete e vi renderete conto di cosa state facendo.

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  11. 3 giugno 2008 5:14 PM

    Manuel, ovviamente sei padronissimo di pensarla come meglio credi.
    Dal mio punto di vista però, penso tu basi le tue posizioni su presupposti non corretti.
    Tra l’altro dici di essere legato al presente ma poi recrimini su fatti accaduti nella tua città molto tempo fa.

    E’ verissimo che ci sono delle cose qui in Italia di cui è impossibile andar fieri. D’altro canto però ci sono altre cose (pure recentissime non solo passate: pensa al dr. Strada ed alla sua Emergency in campo sociale oppure a tante eccellenze in campo tecnologico ed industriale) di cui farsi vanto.
    E come dicevo prima “farsi vanto” vuol dire non “io sono meglio di te” ma “io ho qualcosa di buono da offrirti, scambiamoci quanto di buono abbiamo”.

    Anche io ho riconosciuto molti Italiani buzzurri e cafoni per le strade del mondo, però ho anche incontrato connazionali che sono simati e rispettati membri delle comunità nelle quali adesso vivono, in Francia come in USA come in UK.

    Scusa se insisto (sempre rispettando la tua posizione, per carità) ma non esiste paese dove non ci siano storture e cose di cui vergognarsi. Non credo nemmeno che l’Italia sia il peggiore. Tra l’altro conosco moltissimi cittadini USA che non sono per niente orgogliosi di quello che il loro paese ha fatto negli anni, ma non per questo non si sentono firi di appartenere ad una nazione che non è rappresentata solo dai suoi governanti. Una nazione è la somma delle attitudini (scusa questa è un italianizzazione grezza del concetto di “attitude”) dei suoi cittadini.

    Mi duole però constatare è che non ci sia più voglia di lottare per le proprie idee. Io leggo la nostra Costituzione e ci vedo una voglia di rinascita sociale, la voglia di una società nuova. Una carta che non è pienamente realizzata ma che dovrebbe lo stesso essere uno scopo, un punto di arrivo da dove rilanciarsi per costruire una società sempre migliore.
    Ma se non ci sarà nessuno che lotterà per questo allora avranno vinto i buzzurri.
    No, non credo che “orgoglio nazionale” sia una bufala ad usum potestatis (ci avrò azzeccato? non sono bravo in latino). Sì, certo, è stato usato strumentalmente anche per quello e qualcuno lo fa’ ancora e questo presta il termine ad interpretazioni equivoche.
    Se leggi sopra però avrai capito quello che in realtà vuol dire “essere orgogliosi di essere italiani”. Non quanto scimmiottato da vari idioti che sognano il proprio orticello chiuso e protetto dall’invasione dei barbari, ma qualcosa di aperto e proiettato verso il mondo, per l’arricchimento di tutti.

    Io voglio perpretare il buono, non lasciare campo libero al marcio.

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